( Fonte: slowfood.it )
A fine maggio la Commissione europea ha pubblicato l’attesa strategia “Farm to Fork”, come parte importante dell’European Green Deal, l’ambiziosa proposta legislativa in tema di ambiente a cui ha lavorato la nuova Commissione, insediata nello scorso dicembre e in carica per i prossimi 5 anni. --
La “Farm to Fork” è stata studiata per trasformare il sistema alimentare europeo, rendendo più sostenibile sotto diversi aspetti e riducendo il suo impatto sui Paesi terzi. Le reazioni della società civile alla strategia sono state generalmente positive, soprattutto per gli ambiziosi obiettivi che si pone e per l’approccio globale che la caratterizza. La strategia “Farm to Fork” tocca molti aspetti della filiera, dall’agricoltura fino al modo in cui vengono etichettati gli alimenti. In questo vademecum cerchiamo di rispondere a una serie di domande importanti per capire perché, e in che modo, la strategia rappresenta davvero un passo importante per il futuro delle filiere alimentari.
Che cos’è la strategia “Farm to Fork” e chi dovrà adottarla?
La strategia Farm to Fork (F2F) è il piano decennale messo a punto dalla Commissione europea per guidare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente. È la prima volta che l’Unione europea cerca di progettare una politica alimentare che proponga misure e obiettivi che coinvolgono l’intera filiera alimentare, dalla produzione al consumo, passando naturalmente per la distribuzione. L’obiettivo di fondo è rendere i sistemi alimentari europei più sostenibili di quanto lo siano oggi. Ogni Stato membro dell’Ue dovrà seguirla, adottando norme a livello nazionale che consentano di contribuire a raggiungere gli obiettivi stabiliti dell’Ue. I Paesi membri godranno di eventuali misure di sostegno aggiuntive nel corso dell’implementazione della strategia.
La strategia “Farm to Fork” è in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile e il suo intento è anche quello di innescare un miglioramento degli standard a livello globale, attraverso la cooperazione internazionale e le politiche commerciali che coinvolgono i Paesi terzi.
Il tentativo dell’Ue, insomma, è da un lato quello di dare avvio alla propria transizione ecologica, e dall’altro evitare che nel resto del mondo vengano messe in atto pratiche non sostenibili.
Quali sono gli obiettivi principali della strategia?
- Garantire una produzione alimentare sostenibile;
- Garantire la sicurezza alimentare;
- Favorire una filiera alimentare sostenibile dall’inizio alla fine: dalla lavorazione alla vendita (sia all’ingrosso sia al dettaglio), e anche i servizi accessori, come l’ospitalità e la ristorazione;
- Promuovere il consumo di cibi sostenibili e sostenere la transizione verso abitudini alimentari sane;
- Ridurre gli sprechi alimentari;
- Combattere le frodi alimentari lungo la filiera.
Per centrare questi obiettivi occorrono certamente investimenti in ricerca e innovazione, ma non solo. C’è bisogno di migliorare i servizi di consulenza, occorre saper gestire ed elaborare dati, servono nuove competenze ed è fondamentale saper condividere la conoscenza. La strategia contiene anche il dettaglio del modo in cui l’Ue intende promuovere tale transizione a livello globale, oltre cioè i propri confini comunitari.
Tra gli obiettivi fondamentali ce ne sono alcuni che si riflettono anche nella Strategia per la biodiversità. Ad esempio:
- ridurre del 50% dell’uso di pesticidi chimici entro il 2030;
- dimezzare la perdita di nutrienti, garantendo al tempo stesso che la fertilità del suolo non si deteriori. In questo modo si ridurrà di almeno il 20% l’uso di fertilizzanti entro il 2030;
- ridurre del 50% le vendite totali di antimicrobici per gli animali d’allevamento e di antibiotici per l’acquacoltura entro il 2030;
- trasformare il 25% dei terreni agricoli in aree destinate all’agricoltura biologica entro il 2030.
L’Unione europea ha mai adottato una strategia “Farm to Fork” o qualcosa di simile?
Questa è la prima volta che l’Ue mette a punto una strategia “Farm to Fork” per la sostenibilità dei sistemi alimentari. Finora le politiche adottate sono state settoriali (centrate cioè singolarmente su agricoltura, ambiente, salute o commercio) che si sono spesso rivelate incompatibili l’una con l’altra. Da anni che Slow Food chiede che venga messa a punto una politica alimentare comune, perché ritiene che per giungere a un cambiamento radicale sia essenziale un approccio olistico, che affronti in modo coordinato non solo la produzione alimentare, l’agricoltura e il commercio, ma anche la qualità del cibo e dell’ambiente, la tutela della salute, la gestione delle risorse e del territorio, l’ecologia, oltre naturalmente alla salvaguardia dei valori sociali e culturali legati all’alimentazione.
La strategia è vincolante?
La strategia non è vincolante di per sé. Tuttavia i Paesi membri, nel momento in cui implementeranno norme e leggi o quando dovranno allinearsi a politiche comunitarie già esistenti (come la Politica Agricola Comune), saranno vincolati a rispettare gli obiettivi stabiliti dalla Commissione.
Come si farà a raggiungere gli obiettivi della strategia “Farm to Fork”?
Sappiamo che avere obiettivi ambiziosi non è sufficiente. Occorrono misure forti e concrete che garantiscano di poterli raggiungere. Sarà fondamentale agire sulla conoscenza, investire in formazione e rivedere il meccanismo di sostegno economico per consentire a tutti gli attori del sistema alimentare di essere più sostenibili. Pensiamo ad esempio alla necessità di trovare soluzioni alternative ai pesticidi chimici, o al modo con cui bisognerà rispettare le norme in materia di etichettatura.
Per questa ragione, la strategia include proposte di modifica delle politiche attualmente in vigore: ad esempio la revisione della Direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi e del regolamento sul benessere degli animali. Non è tutto: i nuovi obiettivi stabiliti dalla F2F dovranno trovare un corrispettivo anche nella Politica Agricola Comune e nei piani strategici nazionali che sono attualmente in fase di sviluppo in ogni Paese. Entro il 2023 la Commissione presenterà una proposta legislativa che delinei un quadro di riferimento in materia di sistemi alimentari sostenibili: tale proposta contribuirà a rendere più simili tra loro le singole politiche nazionali, garantendo coesione a livello dell’Ue.
Quale sarà l’impatto della strategia sull’agricoltura europea e sul cibo che consumiamo?
Dal punto di vista della produzione, come detto, la strategia Farm to Fork si pone l’obiettivo di guidare la transizione dell’agricoltura verso pratiche più sostenibili: si punta a ridurre l’uso di pesticidi chimici e fertilizzanti e a introdurre pratiche rispettose dell’ambiente.
Non solo: l’intera filiera alimentare sarà più trasparente. In questo modo i consumatori avranno a disposizione maggiori informazioni sugli aspetti nutrizionali e sull’origine degli alimenti, grazie a una migliore etichettatura.
La strategia propone alcune misure per facilitare l’accesso al cibo sano e sostenibile, sia dal punto di vista economico sia da quello fisico; le istituzioni pubbliche, come le scuole e gli ospedali, dovranno rispettare standard più rigorosi in materia di appalti pubblici per la fornitura dei pasti. Anche le aziende dovranno adottare misure per ridurre il proprio impatto ambientale e rivedere l’offerta di alimenti seguendo le linee guida per una dieta sana e sostenibile.
In che modo questa strategia sosterrà gli agricoltori e i pescatori dell’Ue?
Da un lato la strategia “Farm to Fork” mira a premiare gli agricoltori, i pescatori e gli altri soggetti attivi lungo la filiera alimentare che hanno già cominciato la transizione verso pratiche sostenibili. Dall’altro intende facilitare lo stesso percorso i soggetti che ancora non l’hanno intrapresa, creando opportunità favorevoli per le loro imprese.
La Politica Agricola Comune (PacC) e la Politica Comune della Pesca (Pcp) rimarranno gli strumenti chiave per sostenere questa transizione, che ha il duplice obiettivo di rendere sostenibili i sistemi alimentari e assicurare condizioni di vita dignitose agli agricoltori, ai pescatori e alle loro famiglie.
Tuttavia, al momento non sono chiari quali sono concretamente i passi che i produttori dovranno compiere per ottenere il supporto dell’Unione europea. Rimane vago anche il modo in cui ogni categoria stabilirà gli obiettivi di sostenibilità e incerti sono gli strumenti pratici che permetteranno la transizione.
La F2F può essere cambiata e migliorata?
La strategia è un piano decennale. I suoi risultati dipenderanno dal modo in cui verranno messe in pratica le linee guida stabilite dalla Commissione e da quali saranno le modifiche alle politiche già in vigore. I punti cardine della strategia rimarranno probabilmente invariati, ma la società civile avrà il compito di seguire da vicino gli sviluppi della strategia “Farm to Fork”, offrendo il proprio contributo alle riforme che verranno via via discusse.
Qual è la posizione di Slow Food su questa strategia?
Slow Food ritiene che la strategia “Farm to Fork” sia l’occasione per intraprendere quel percorso di trasformazione di cui abbiamo bisogno per creare sistemi alimentari sostenibili e per proteggere l’ambiente, la salute e naturalmente i produttori. Nella strategia vengono affrontati temi fondamentali come la promozione dell’agroecologia, il miglioramento delle abitudini alimentari e la necessità di impegnarsi in un consumo minore, e al tempo stesso di migliore qualità, di carne: sono alcune delle idee che Slow Food sostiene e promuove da anni.
Slow Food si rammarica però per l’inclusione, nella strategia F2F, del concetto di nuovi Ogm, nonostante quanto stabilito dalla sentenza della Corte di giustizia europea nel 2018. Secondo Slow Food, inoltre, la riduzione del 50% dell’utilizzo dei pesticidi è un obiettivo insufficiente a frenare l’estinzione degli impollinatori, che ha raggiunto livelli senza precedenti e che mette a grave rischio il nostro sistema alimentare.
Slow Food fa parte dell’iniziativa dei cittadini europei “Salviamo le api e gli agricoltori” che chiede alla Commissione europea la riduzione dell’80% entro il 2030 e la completa eliminazione entro il 2035 dei pesticidi sintetici. Potete sostenere l’iniziativa, firmando qui. Ogni firma conta.
Per saperne di più sulla nostra posizione sulla nuova strategia dell’Ue sulla Biodiversità, clicca qui.
A cura dell’Ufficio Slow Food Europa
traduzione di Marco Gritti
m.gritti@slowfood.it