L’Azienda Agricola L’Orto di Roverbasso, di Marco Piccoli, si trova in via Resteggia nella frazione di Roverbasso, del comune di Codogné (TV). Anche Marco - classe 1981 - al pari di un sempre maggior numero di giovani che ritornano all’agricoltura come scelta di vita, dopo il diploma di perito elettronico ed un lavoro di elettricista anche su piattaforme off-shore negli oceani, ha deciso di fare il mestiere del contadino ritenendo che il lavoro a contatto con la natura, lontano dal traffico, dallo smog e dallo stress, sia il modo migliore per realizzare un progetto lavorativo in grado di conciliare la sostenibilità economica di una azienda di piccola scala con la sostenibilità etica e ambientale.
Marco ha sempre creduto nel territorio e nella tradizione; mi racconta che in casa, fin da piccolo, aiutava a coltivare l’orto per l’autoconsumo della famiglia, un compito impegnativo ma utile e ricco di soddisfazioni che gli ha trasmesso la passione per la natura.
La sua attività è iniziata nell’anno 2019 con la produzione dello zafferano; successivamente l’azienda agricola - che attualmente ha una dimensione di circa 1.500 mq. - si è ampliata con la coltivazione degli ortaggi che vengono prodotti seguendo i principi dell’agricoltura rigenerativa che si ispira ai dettami della permacultura. L’adozione di questo sistema colturale consente a Marco di promuovere la biodiversità, conservare la salute e la vitalità del suolo escludendo l’impiego di prodotti chimici.
Nei lavori dell’orto fa ricorso a differenti pratiche agricole: il sovescio, l’uso di macerati di piante officinali, la rotazione delle colture, l’uso del compost per favorire l’attività microbiologica del terreno ecc. Un modello agricolo che protegge la natura e la salute del consumatore, ottenendo prodotti che non sono solo sostenibili, ma anche buoni. Fonte di ispirazione è stato il manuale dell’agricoltore canadese Jean-Martin Fortier “Coltivare bio con successo – Orticoltura bio-intensiva per piccole aziende”.
L’Orto di Roverbasso fa parte delle Piccole Produzioni Locali del Veneto (PPL), un progetto che permette ai piccoli produttori di trasformare le proprie materie prime. Nel punto vendita aziendale di Roverbasso possiamo acquistare: composte e confetture, salse di verdure, preparazioni agrodolci e le polveri di vegetali essiccati di cappuccio viola, baccelli di piselli, rape rosse, peperoni gialli ecc. che possono essere usate come decorazione, per l’aromatizzazione di impasti e per molte altre ricette di cucina: primi piatti, zuppe, risotti, salse ecc. Un prodotto molto richiesto dai clienti di Marco è il preparato di verdure essiccate a base di cipolla, carota, sedano e zucchine, (dado granulare), da utilizzare per insaporire i cibi o per ottenere un ottimo brodo vegetale sano e ricco di sapore.
La preparazione delle conserve vegetali, oltre a fornire al consumatore prodotti di qualità da portare in tavola tutto l’anno, permette di recuperare le eccedenze della produzione e contrastare lo scarto alimentare[1].
L’Orto di Roverbasso è una delle aziende di Retecontadina; Marco condivide con la comunità i punti fondamentali dell’attività della rete:
- L’adozione di una alimentazione ecologica
- La produzione di cibo senza pesticidi e OGM
- Il sostegno alle piccole aziende contadine
- La possibilità di comprare direttamente dal produttore, in azienda
- La promozione della produzione alimentare locale.
La crisi alimentare, l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo, il cambiamento climatico e la siccità sono temi globali, il contrasto a questi problemi parte anche dalla azione dei singoli cittadini che, attraverso le proprie scelte individuali, possono invertire la rotta e contribuire alla transizione ecologica. Se è indispensabile modificare il nostro rapporto con la natura, l’alimentazione riveste una parte importante.
Come ribadisce l’economista e filoso francese Serge Latouche, nel saggio “L’Abbondanza Frugale Come Arte di Vivere – Felicità, gastronomia, decrescita”, consumare cibo sano, che dia valore ad una agricoltura contadina rispettosa dell’ambiente e della vita significa
“[…] riscoprire i sapori dei prodotti locali, di stagione, che non richiedono grandi trasporti e di conseguenza né surgelazione, né conservanti […] sgonfiando massicciamente i «consumi intermedi» intesi in senso ampio (trasporti, energia, imballaggi, pubblicità) […]”[2]
L’arte di vivere è anche riscoprire il senso di comunità, per questo è importante fare rete con gli altri produttori, con le comunità alimentari, per garantire la sovranità alimentare e nel contempo lavorare tutti insieme con la prospettiva di costruire un nuovo modello di società senza le “diseguaglianze legate all’agricoltura produttivista e alla grande distribuzione […]. Una società che favorisce un’alimentazione sana e di qualità legata all’agricoltura biologica e, nella maggioranza dei casi, alla cucina e alla gastronomia tradizionali”[3]. (Serge Latouche – op. cit.)
Un saluto a Marco ed alla sua famiglia, che lo sostiene e supporta.
Antonella Pianca
Fotografie di Giovanni Damian ©2022
Bibliografia:
- Jean-Martin Fortier, Coltivare bio con successo – Orticoltura bio-intensiva per piccole aziende, Editrice Aam Terra Nuova srl, Firenze (FI), 2018
- Serge Latouche, L’abbondanza frugale come arte di vivere – Felicità, gastronomia e decrescita, Bollati Boringhieri editore, Torino (TO), 2022
- Bill Mollison e Reny Mia Slay, Introduzione alla permacultura, Editrice Aam Terra Nuova srl, Firenze (FI), 2007
Note:
[1] Secondo le stime della FAO (Food and Agriculture Organization of the United), a livello mondiale ogni anno viene perso o sprecato circa il 30% del cibo prodotto, causando bel il 10% delle emissioni di gas serra.
[2] Serge Latouche – L’abbondanza Frugale come arte di vivere – Felicità, gastronomia e decrescita
[3] ibidem
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